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sabato 8 marzo 2014

Stretta sui dirigenti pubblici, mobilità, «pagelle» e stipendio legato ai risultati: i dettagli della riforma

In questi ultimi giorni, il nuovo governo di Matteo Renzi sta lavorando alla sua riforma sul pubblico impiego che, pare, interesserà anche la dirigenza.
Le anticipazioni che si leggono sembrano indicare una riforma che coglie molti degli spunti che M(p)3 ha posto alla base del proprio Manifesto e che sono stati proposti alla riflessione pubblica, sia in uno specifico documento, sia nel corso del convegno "Oltre la crisi: re-dirigere la P.A.".
Di seguito, una sintesi di quello che bolle in pentola, ripresa dal Sole 24 ore.

Mobilità anche interamministrativa, un albo unico per tutti gli alti burocrati, salario di produttività vincolato all'effettiva capacità di ottimizzare la gestione finanziaria degli uffici statali e anche pagelle dettagliate in nome dell'efficienza. Sarà un mix di jobs act e di spending review a modellare la nuova fisionomia del dirigente pubblico italiano. Una micro-riforma che potrebbe prendere il via anche facendo leva sull'operazione in due fasi alla quale il governo sta pensando per dare il via ai primi interventi in chiave lavoro e occupazione. Se non a marzo nell'ambito delle misure collegate al jobs act, gli interventi sulla dirigenza prenderanno forma in ogni caso al più tardi ad aprile. Al momento, l'ipotesi più gettonata resta quella di far scattare il piano sul riordino dei vertici della burocrazia in parallelo a quello sulla complessiva riorganizzazione della pubblica amministrazione che, sulla base della tabella di marcia stilata dal premier Matteo Renzi, dovrebbero arrivare il prossimo mese. Anche se il dossier Cottarelli sulla revisione della spesa pubblica, che sarà reso noto entro il 10-15 marzo potrebbe accelerare il processo.
Intanto in nome della mobilità, oltre al cambio della guardia nei gabinetti e negli uffici legislativi e di staff dei ministeri, Palazzo Chigi sta già provvedendo in raccordo con i singoli dicasteri alla rotazione dei capi dipartimento.

venerdì 31 gennaio 2014

Piani di Protezione Civile in Campania: al via i finanziamenti!

Marianna Cerillo
Socio di M(p)3
Per saperne di più leggi questo documento o contatta l'autore a questo indirizzo

"Al via bandi per complessivi 15 milioni di euro per dotare Comuni e Province di Piani di protezione civile che siano a misura di cittadino nel 100% del territorio campano". 
Così l'Assessore regionale della Campania alla Protezione civile Edoardo Cosenza. "Al momento - ha detto Cosenza - dobbiamo purtroppo evidenziare che solo il 40% dei Comuni campani ha un Piano di protezione civile".
"Con questo avviso pubblico la Regione dà la possibilità agli enti locali di recuperare gravi mancanze nel settore della prevenzione, di dotare il proprio territorio di fondamentali strumenti per la difesa del territorio dai rischi naturali e di mettersi in regola con le prescrizioni della legge 100/2012. Tale azione dovrà determinare un aumento della sicurezza dei 6 milioni di abitanti della Campania: per questo la Regione verificherà la rispondenza dei Piani redatti alle linee guida già approvate".
"Si tratta di una occasione importante per un territorio, come quello campano, che è un concentrato di rischi naturali di varia natura: da quelli connessi al dissesto idrogeologico, a quelli legati alla sismicità, fino al rischio vulcanico. Il nostro fine - ha concluso Cosenza – è costruire la sicurezza del cittadino.”
Con decreto dirigenziale n. 60 del 29 gennaio 2014, la Direzione Generale Lavori Pubblici e Protezione Civile della Regione Campania ha approvato lo schema di avviso pubblico per interventi finalizzati alla predisposizione, applicazione e diffusione dei piani comunali e provinciali di protezione civile, redatti secondo quanto alle Linee Guida regionali per la redazione dei piani di emergenza comunali approvate con Deliberazione n. 146 del 17 maggio 2013, pubblicata sul BURC n. 29 del 3 giugno 2013.
Sono finanziabili: